Gradazioni di luce
Geografie di sguardi tra storia e contemporaneità in Puglia
Fotografie di Cosmo Laera, Luca Marianaccio, Pio Tarantini
a cura di Gigliola Foschi e Nadia Stefanel
La Fondazione Dino Zoli, punto di riferimento culturale di Dino Zoli Group, e la Dz Engineering hanno dato incarico a sei artisti di fotografare dodici siti storici e contemporanei in Italia che sono stati sede di progetti di sistemi integrati e innovativi di illuminazione o di telecomunicazione realizzati dall’azienda stessa.
Un’opera su commissione per creare un archivio aziendale, volutamente affidato ad artisti appartenenti a diverse generazioni, che si è trasformato in “arte”: ogni autore ha messo infatti in questi scatti la sua ricerca e la sua poetica, offrendo lo spaccato di un Paese capace di guardare al futuro senza dimenticare le sue molteplici e stratificate radici storiche.
La mostra è diventata così una sorta di viaggio visivo nella storia e nell’arte: è iniziata dal Parco Archeologico di Canne della Battaglia, là dove, nel 216 a.C., i Romani subirono una devastante sconfitta a opera dei Cartaginesi guidati da Annibale; ci ha accompagnato a Castel del Monte (Patrimonio dell’Unesco), la famosa fortezza del XIII secolo fatta costruire dall’imperatore Federico II, dove complessi simboli astrologici si coniugano con raffinati rimandi matematici, geometrici, astronomici; e poi è proseguita verso chiese, cripte, musei e abbazie pugliesi.
Luoghi interpretati e narrati inseguendo una luce che svela e rivela, osservati nel tempo dilatato del crepuscolo, momento del cambiamento e dell’intimità sospeso tra giorno e notte, tra una luce naturale in declino e una luce artificiale che avanza e crea nuove relazioni ed esperienze visive. Spazi che, grazie alle ricerche compiute degli autori invitati, si offrono inoltre come una sorta di spaccato sulla fotografia italiana contemporanea.
Un’arte capace di esplorare nuovi linguaggi, ma sempre nutrita da una tradizione visiva che ha profonde radici nella storia della pittura italiana e nel tema della bellezza. Nonostante le diversità espressive e le volute differenze generazionali emerge nei lavori di questi artisti uno “stile italiano” basato sulla delicatezza e sull’equilibrio compositivo, dove ogni fotografia è sempre frutto di una relazione profonda e intima con i luoghi, con la storia e il fluire del tempo.
Lo sguardo di questi autori non è mai “freddo”, puramente analitico o documentario, ma neppure volutamente seduttivo o accattivante. È empatico, affettuoso eppure preciso, proteso a scandagliare la memoria e riscattarla dall’oblio, a ritrovare un sentimento di appartenenza che ha le sue radici nel contemplare e non nel vedere fugace, nel silenzio e nell’attesa e non nel rumore assordante della contemporaneità. Anziché mostrarci i luoghi con la forza chiassosa dell’evidenza i nostri autori creano narrazioni sospese, a volte sussurrate e a volte più intense, ma sempre vibranti ed essenziali.
Dopo il successo riscosso a Singapore a settembre 2019, in occasione del Gran Premio di Formula 1, dove la DZ Engineering è responsabile dell’illuminazione e dei servizi di telecomunicazione del circuito, la mostra, frutto di un progetto che sta viaggiando fra Occidente e Oriente, fra Nord e Sud dell’Italia, è stata esposta da ottobre 2019 a gennaio 2020 alla Fondazione Dino Zoli di Forlì. Ad aprile 2020 sarà trasferita ad Hanoi in Vietnam, paese in cui la Formula 1 farà il suo esordio quest’anno.