Enrico Cattaneo [Milano, 1933-2019] studia ingegneria al Politecnico di Milano negli anni del dopoguerra e lì inizia la sua carriera come fotoreporter. Dagli Anni ’70 diventa punto di riferimento per le gallerie milanesi come fotografo degli artisti (Paladino, Beuys, De Chirico, Warhol solo per citarne alcuni) che riesce ad immortalare durante le sue assidue frequentazioni del mondo dell’arte, portandolo nel tempo a tessere una fitta rete di conoscenze nel settore.

Accanto al suo lavoro da reporter, Cattaneo ha portato avanti negli anni una lunga ricerca sperimentale sul mezzo e sull’impiego della fotografia, seguendo dapprima gli insegnamenti dei pittori appartenenti al movimento del Realismo esistenziale, dei quali fotografa i lavori. Agli inizi della sua carriera propone i paesaggi disastrati alle periferie di Milano, opere vive, che testimoniano lo stato di salute di un paese in un momento difficile come lo è stato il dopoguerra. Successivamente la sua ricerca artistica continua in varie direzioni e, con l’avvento della performance e dell’happening, il lavoro di Cattaneo si concentra sulla documentazione di questo nuovo modo di fare arte, e le sue fotografie vengono proposte in gallerie e raccolte in diversi volumi come uniche testimonianze di un’arte effimera. Cattaneo continua la sua prolifica attività artistica fino alla morte nel 2019.

In Utopiche Seduzioni di Enrico Cattaneo sono esposte tre fotografie, ritraenti oggetti dismessi, oggetti semplici, comuni, banali. Il fotografo ce li presenta in primo piano, senza un contesto, è loggetto che riempie lobiettivo della macchina fotografica. Cattaneo riesce a creare un’atmosfera sospesa, atemporale e quasi liminare intorno a questi oggetti, che vengono resi evidenti da una peculiare luce che ci mostra tutti gli acciacchi, le botte, i graffi, i segni del tempo che questi hanno subito.

L’artista ci sta mostrando qualcosa di privo di valore, di inutile, attraverso le sue qualità estetiche, rivelando la dignità artistica di un oggetto antropomorfizzato, anche se esso è un rifiuto, uno scarto, qualcosa senza più valore. Cattaneo ci fa riflettere sulla bellezza intrinseca delle cose, e su come esse possano avere una seconda vita, magari vicina o magari lontana dal loro scopo iniziale.

 

di Simone Terraroli

 

In mostra:

Maschera, 1986
stampa ai sali d’argento
50×60 cm
Courtesy Archivio Fotografico Enrico Cattaneo

Maschera, 1986
stampa Inkjet Fine Art
50×70 cm
Courtesy Archivio Fotografico Enrico Cattaneo

Ballerina, 1994
stampa Inkjet Fine Art
50×70 cm
Courtesy Archivio Fotografico Enrico Cattaneo

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