Sono nato in un periodo e in una famiglia con poche possibilità sulle colline di Forlì, durante la Guerra, conoscendo la povertà come tanti in quel periodo.
Ero il quarto di 7 fratelli (5 femmine e 2 maschi, di cui il più grande da accudire per un decifit cognitivo). Iniziai presto, avevo 15 anni, a lavorare come commesso nella storica corderia Savorani e Tumidei (aperta nel 1821) a Forlì, dove rimasi fino al 1968, conquistando la fiducia di titolari, clienti e fornitori. Nel 1966 morì mio padre dopo mesi di malattia e io dovetti prendere in mano le redini della mia numerosa famiglia in modo più risoluto.
Nel frattempo mi ero sposato con Umberta e nacquero i nostri figli Monica e Marco.
Avevo solo 23 anni e iniziai a pensare di mettermi in proprio per guadagnare di più; conoscevo i fornitori e avrei potuto girare con un’auto per Forlì e dintorni per vendere gli articoli. Fu l’inizio e la scoperta di questa nuova vita da imprenditore fu molto stimolante, pur non essendo certo se sarei stato capace di avere successo. Mi piaceva condurla e l’ho proseguita da solo in maniera improvvisata fino al 1972, consapevole che fosse un periodo in cui fare affari fosse facile: il Paese aveva bisogno di tutto, erano tempi di costruzione e di prospettive di benessere.
Nel 1972, 50 anni fa, incontrai Romano Rabà, che aveva un deposito di tessuti per mobili imbottiti e decidemmo di costituire una società, la Romagnatex, organizzata per servire i produttori di divani e salotti del fiorente distretto forlivese. Le cose andarono subito bene sia dal punto di vista degli affari che personale. L’operatività era divisa molto bene, Rabà, persona molto precisa, si occupava dell’amministrazione mentre io mi occupavo della parte commerciale. Il nostro sodalizio durò 7 anni poi ci separammo amichevolmente per seguire interessi diversi e rilevai la sua parte.
Nel contempo costruii con i miei contatti commerciali dei rapporti più profondi e da uno di questi scaturì, nel 1975, il mio primo viaggio di lavoro all’estero, in Sud Africa, grazie ad un cliente e amico che aveva contatti per fare affari in quelle terre; alla fine purtroppo il progetto non si realizzò, ma il viaggio fu per me una grande esperienza e fonte di conoscenza
Fin da subito investii i guadagni realizzati anche in attività immobiliari mercato particolarmente vivace in quegli anni.
Portai avanti la Romagnatex come unico titolare e assunsi la mia prima dipendente, Orietta Amadori, che nel tempo è diventata collaboratrice fondamentale e pilastro delle mie attività fino al momento della sua pensione e la sua impronta indirizza tuttora l’organizzazione del Gruppo. Il rapporto di assoluta fiducia con Orietta è stato uno degli elementi fondamentali che mi hanno permesso di pensare e prendere altre iniziative e crescere; un altro base fondante fu che mia moglie Umberta si occupasse totalmente della famiglia lasciando a me grande libertà per dedicarmi al lavoro. Nel 1983 costituì la Zoli Dino & C. Srl, l’attuale Dino Zoli Textile.
La curiosità e la libertà di movimento mi hanno dato la possibilità di trasformare in azioni le mie idee.
Per motivi caratteriali e strategici ho sempre cercato opportunità anche all’estero.
Alcuni momenti e incontri sono stati più incisivi di altri, come ad esempio, il mio primo viaggio ad Hong Kong con la prospettiva di raggiungere poi la Cina; a quel tempo era molto difficile ottenere il permesso di entrata direttamente nel Paese. Nel tempo sono stati fatti grandi passi avanti e da allora lavoriamo in quell’area di mondo in più ambiti con relazioni commerciali ormai trentennali.
Altro momento topico fu il primo viaggio in Brasile nel 1990, verso l’Amazzonia, la parte abitata dagli Indios, per un progetto nuovo presentato da un brasiliano che viveva in Italia e che aveva lavorato per 30 anni in una segheria in quella zona. Lì scoprii che la lavorazione del legno in loco veniva fatta con grandi sprechi e capii che l’attività si poteva migliorare portandola a ottimi risultati; pertanto decisi di iniziare e assunsi il brasiliano. Nel giro di un anno tornai in Brasile per l’acquisto di un’altra segheria perché le prospettive di sviluppo erano grandi, ma in questo secondo viaggio scoprii che il mio collaboratore non si comportava onestamente e dovetti, con amarezza, chiudere l’impresa.
Nel contempo incontrai casualmente un amico italiano che abitava da anni a San Paolo e lì produceva divani; nacque così l’occasione per poter vendere i tessuti della Dino Zoli Textile in Brasile con la creazione di una società fra me, l’amico e altri due soci brasiliani. Gli affari andavano così bene che i soci locali approfittarono della situazione per loro interessi personali e venne meno la mia fiducia nei loro confronti. Per portare avanti e far crescere le aziende sono necessarie persone valide e la ricerca è continua sempre, così nel 2001 incontrai Elizabete Ambiel Serpa per me Bete, che iniziò prima a lavorare come impiegata nell’amministrazione dell’immobiliare che aprii in Brasile e dopo nella Dino Zoli Tessuti Brasil, partecipata dell’azienda italiana. Il suo carattere intraprendente e la sua serietà ci hanno fatto entrare subito in sintonia ed ora dirige con successo l’azienda che commercializza in Brasile e nel mercato sudamericano i tessuti per l’arredamento sviluppati in Italia.
Fra il 1993 e il 1995, con mia grande gioia, i miei figli, Monica e Marco, entrarono in azienda dopo la laurea, in maniera graduale, occupandosi poi di settori specifici a seconda delle loro proprie inclinazioni. Sono ancora oggi la mia forza per il futuro. Monica si occupa della parte commerciale e delle relazioni interne ed esterne e Marco della creazione, produzione e organizzazione delle attività. Con l’avvento dei miei figli, che hanno condiviso la mia filosofia di lavoro, le attività hanno avuto una spinta alla crescita e anche per me averli a fianco è fonte di nuove motivazioni.
Ora la Dino Zoli Textile esporta in oltre 60 paesi nel mondo, produce e commercializza tessuti per arredamento in ampie gamme diversificate per tipologie, pronte per essere consegnate velocemente, uno degli aspetti del servizio che rappresenta la nostra forza.
Il nostro viaggio è continuato. Nel 2000 apriamo la Galleria Dino Zoli Arte, nel 2007 la Fondazione Dino Zoli dedicata all’arte contemporanea, nel 2008 la Società agricola I Sabbioni, nel 2011 rileviamo un’azienda di Ravenna, che si occupava di illuminazione e sistemi integrati e nasce così la DZ Engineering e nel 2020 fondiamo la Dino Zoli Group Holding che raccoglie le varie aziende sotto la propria ala.
Lavorano per me e con me tante persone brave, collaboratori validi, moltissime donne, che mi aiutano a realizzare i numerosi progetti che mi vengono in mente, anche di notte.
E molto altro dovrà ancora accadere…