Per Margherita Levo Rosenberg (1958) la dualità è un concetto, volente o nolente, intrinseco, a partire da se stessa. Essendo psichiatra e artista, eredita dalle discipline praticate una ricerca sull’interiore e, attraverso mezzi differenti, converge ad un obiettivo unico per entrambe: cercare di conoscere, “guardare dentro”, fisicamente e spiritualmente.

Le lastre diagnostiche sono il materiale scelto dall’artista per indagare luomo in ogni sua parte. Impresse da una radiografia o vergini, sono lo strumento che meglio risponde all’esigenza di “guardare dentro” materialmente e non, in quanto contengono frammenti concreti di umanità. L’artista sottopone le lastre a sperimentazioni diversificate, fino a trovare il metodo più adatto per esprimere la sua ricerca in un certo senso realista, poiché assottiglia — fino a quasi dissolvere — il divario fra presentazione e rappresentazione dell’interiore.

L’opera qui in mostra, Violazione, appartiene alla categoria delle cosiddette Gargofanie, neologismo coniato dall’artista per descrivere alcune sue opere dalle caratteristiche peculiari, ispirate alla figura del gargoyle, essere mostruoso, tipico dell’arte medievale, dal valore vivo e reale nel nostro immaginario, eppure inesistente.

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Le Gargofanie, manifestazioni concrete del non-reale, si presentano come tenso-sculture, ossia opere tridimensionali dalla forma frammentata e variabile, data dalla loro costituzione: le lastre infatti vengono tagliate in strisce sottili, consequenzialmente annodate l’una all’altra, a partire dal nodo zero, formando un’opera “ammucchiabile”.

Violazione, realizzata nel 2023, è metafora concreta del nostro presente articolato, rapido, violento. L’artista cerca così di tradurre la sua impressione della contemporaneità, fatta di violazioni — e di conseguenze — sfaccettate e sfacciate, dalle guerre allo sfruttamento della natura. In quanto società occidentale, non siamo più in grado di rispettare alcuna legge morale che ci permetta di avere degli obiettivi positivi a lungo termine, favorendo un compiacimento tanto immediato quanto dannoso. Attraverso l’opera, Levo Rosenberg esorcizza la paura che riserva nei confronti della collettività: cosa sarà di noi? Nonostante tutto, sopravviveremo?

Il colore viola assume prepotentemente il suo ruolo caratteristico e ambiguo, indice di mistero, paura, sacrificio, ma anche sinonimo di transizione e rinascita.In ogni suo aspetto, Violazione è un memento, un invito a prestare attenzione, perché siamo sempre in bilico.

 

di Giulia Andrea Gerosa

 

In mostra:

Violazione dalla serie Gargofanie, 2023
pellicole radiografiche decofix
90x80x30 cm circa

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