Michele di Pirro [Forlì (FC), 1995] è un giovane artista che, fin dai tempi dell’accademia, intraprende un percorso che volge all’utilizzo dell’arte come mezzo per esplorare e comunicare tematiche legate alla società e all’ambiente che ci circonda. L’artista vuole dimostrare come l’arte contemporanea possa diventare un potente veicolo per far riflettere il prossimo e affrontare le difficoltà che il mondo vive. Egli, infatti, si interessa molto alle questioni ambientali ed ecologiche, mostrandosi costantemente attivo per affrontarle, approcciandosi al tema del riciclo e del riutilizzo dei materiali.

L’opera in mostra, Giallo consumo, è portatrice dell’interesse che Di Pirro prova nei confronti di queste tematiche, che esprime anche attraverso l’impiego di diversi supporti e media per sperimentare i vari utilizzi della materia. L’obiettivo è quello di enfatizzare e sottolineare l’importanza del processo creativo e del significato concettuale che il suo lavoro assume.

Michele Di Pirro sottolinea come gli oggetti, fisici e digitali, occupino uno spazio sul nostro pianeta diventando inutilizzati o abbandonati nel corso del tempo, con quest’opera vuole mostrare come essi possono essere recuperati e secondariamente riutilizzati. Il risultato ottenuto è un accumulo di filtri di sigaretta, raccolti personalmente dall’artista, tra Bologna e Forlì. Questi ultimi vengono poggiati su uno strato di velcro, creando così un’associazione tra materie differenti.

Il tema che Di Pirro vuole far emergere dal suo lavoro è la dimostrazione di come il decadimento sia parte della quotidianità di ogni essere vivente. L’opera non attira solo l’attenzione visiva, ma anche quella olfattiva a causa dell’odore che emana, mantenendo così una sorta di naturalità, nonostante essi siano stati quasi sfibrati e abbiano fatto ritorno ad uno stato tessile.

Il messaggio che l’artista vuole mandare è quello di denuncia nei confronti del modo in cui viviamo, in quanto il filtro di sigaretta provoca un costante inquinamento, diventando nocivo per il nostro ambiente. Raccoglie e ricicla i mozziconi per trasmettere una potente dichiarazione sulla necessità di affrontare i temi del consumo e dello spreco. Si rifiuta di definire Giallo consumo come un’opera compiuta, mirando a creare un dialogo in continua evoluzione tra la stessa e il fruitore, con l’obiettivo di innescare nell’essere umano uno spunto per raggiungere una crescita personale e maggiore consapevolezza degli ambienti che ci circondano.

Michele Di Pirro, infine, lanciando una provocazione a sé stesso e al pubblico, si chiede in modo provocatorio: “Se non ci fosse nulla da recuperare, da cui attingere, avrebbe senso fare ciò che faccio?

di Sophie Labigalini

 

In mostra:

Giallo consumo, 2023
Tecnica velcro, acetato di cellulosa (filtri di sigaretta recuperati)
150×150 cm

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