Con un’anima artistica e curiosa, Sasha Vinci [Modica (RG),1980] fin da piccolo s’interessa alle pratiche creative e fa di queste la sua vita, sviluppando nel corso degli anni profonde ricerche trasversali.

Spinto dalla curiosità costante di conoscere nuovi linguaggi e tecniche, apprende e sperimenta molteplici processi, arrivando ad una libertà espressiva dettata dal desiderio di suggerire dimensioni differenti di vivere il mondo. In una prima fase artistica si concentra su un dialogo con il proprio Io. Ad oggi lartista agisce assemblando una serie di linguaggi e tecniche che si fondono e modellano tra loro.

In costante discussione con se stesso e con il mondo, Vinci concentra le sue ricerche più recenti sul tema del Multinaturalismo, che interpreta legando comunità e socialità ad un concetto di pluralità che abbraccia tutte le forme viventi e non.

L’opera Non si disegna il cielo – Volterra canto I, progetto in continuo divenire, è simbolo di un grande cambiamento stilistico da parte sua: l’artista intraprende un dialogo costante con il paesaggio e con l’idea di alterità, portando alla luce nuove visioni concettuali ed estetiche e dando la possibilità al paesaggio di cantare”. Tramite l’utilizzo di una forte simbologia, associa la dimensione terrestre a quella celeste.

L’opera è composta da 21 lastre in alabastro, materiale simbolo della città di Volterra, che riportano lincisione di un pentagramma musicale a tracciare lo skyline del paesaggio stesso. Lo scopo è quello di segnare landamento naturale delle note diffondendo l’armonia dello scenario circostante.

Il materiale, recuperato da un accumolo di scarti di un mastro artigiano, affronta alcuni dei temi predominanti dell’indagine artistica di Vinci: il riciclo e il recupero. Infatti l’utilizzo di materie naturali, colori di produzione propria e di scarti, sono la testimonianza di unarte attenta ed ecologica. L’artista ricerca un equilibrio sostenibile, compiendo azioni portatrici di intenzioni non solo artistiche, ma anche sociali ed etiche, in grado di suggerire nuove dimensioni e aprendo nuove finestre su mondi possibili.

Vinci con il suo lavoro sottolinea come gli ambienti che vive siano in continua mutazione, rispecchiando in modo coerente la sua ricerca artistica. Unopera lirica, colma di significati che creano un’istantanea dello scenario, portatrice di possibili spunti per assumere diverse visioni del nostro mondo, i quali mirano a far riflettere luomo sullhabitat che lo circonda.

Vinci pratica un’arte votata alla collettività, che abbraccia le diversità, immaginando di innescare, attraverso questa, processi di cambiamento sociale, mentale e umano.

Facendola diventare la più grande forma d’amore – un’arte per tutti – è in grado di far vibrare i cuori di una comunità.

 

di Sophie Labigalini

 

In mostra:

Non si disegna il cielo – Volterra Canto I, 2015
alabastro, legno, luce, suono
installazione site-specific, 525x15x70 cm

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