a cura di Nadia Stefanel

Un percorso di Arte e Impresa iniziato tanto tempo fa, esattamente 50 anni fa.

Nel 1972, infatti, iniziava l’avventura imprenditoriale di Dino Zoli. La sua giusta dose di coraggio, l’ottimismo e l’intraprendenza lo portarono giovanissimo nel mondo degli affari e nell’arco del tempo a costituire un Gruppo con 11 aziende.Ma soprattutto la sua curiosità, la sua passione, la sua apertura alle novità, al mondo esterno, alle nuove generazioni si tradussero in un cammino caratterizzato da tappe fondamentali anche per l’arte. Perché quella passione istintuale, Dino, l’aveva sempre avuta, era qualcosa di innato che lo faceva e lo fa vibrare di emozioni davanti alle opere di artisti famosi e non.Nel 2000 rileva l’attività di una Galleria di Forlì e vengono organizzate le prime mostre (Nespolo e Licata) direttamente nello showroom dell’azienda tessile, la Dino Zoli Textile. Nel 2004 partecipa come sostenitore del progetto di beneficienza Prego, si accomodi, presentato alla fiera Contemporanea a Forlì; si trattava di una serie di 50 poltrone neutre che vennero decorate, dipinte, interpretate da artisti del momento, alcuni come Giosetta Fioroni, Mambor, Pino Pinelli, Gianfranco Notargiacomo, Elio Marchegiani, Nicola Samorì. Le poltrone ora fanno parte della collezione di Dino Zoli.

Nel 2007, decise di iniziare un percorso più strutturato e ragionato legando ancora di più la passione per l’arte al fare Impresa, in modo che fosse accessibile e stimolante non solo per chi conosceva ed apprezzava il mondo artistico, ma anche per una utenza più vasta, che fosse anche un’occasione per offrire al territorio un luogo dedicato, con particolare attenzione ai giovani e al sociale. Decise a tal fine di costituire una Fondazione privata e di acquisire le prime opere storicizzate. Così arrivarono nella sede di Forlì: Achille Perilli con Viaggio in Italia del 1955, Emilio Scanavino con Tramatura sull’Azzurro del 1970, Agostino Bonalumi con Verde del 1983, Enrico Baj con Donna e Generale degli anni ’80, Mario Schifano con il trittico teatrale del 1993, Mimmo Paladino con la scultura del Dormiente, Luigi Ontani con GallAllegoria anni ’90, Piero Dorazio con CloKwise del 1999. E poi le opere di Mattia Moreni, Marco Neri, Alessandro Algardi, Bruno Cassinari, Luigi Veronesi, Ugo Nespolo, Lodola, Salvatore Fiume, Alberto Magnelli. Anche la struttura stessa della Fondazione iniziò ad avere un aspetto creativo. Infatti, entrando in sede, il visitatore viene, ancora oggi, accolto da una ampia corte a pianta quadrata con l’installazione Goccia della Terra di Franco Scepi, dedicata a tutte le madri della Terra, a partire da Jetsum Pema, sorella del Dalai Lama e Grande Madre del Tibet, alla quale l’artista aveva donato il progetto dell’opera.

Dopo le mostre prodotte in quei primi anni (Schifano e Depero) con l’allora direttore Maurizio Vanni, nel 2017 iniziò un nuovo percorso con la direzione artistica di Nadia Stefanel in cui le proposte espositive si sono intrecciate strettamente con le specificità delle principali aziende che compongono la DZ Group Holding, la Dino Zoli Textile e la DZ Engineering. Da quel momento sono state organizzate numerose esposizioni, incontri, conferenze, residenze d’artista e attività didattiche che combinassero i contenuti con l’interesse aziendale per la luce e per il tessuto. Nel tempo è stata costruita anche una sezione di fotografia con opere di Silvia Camporesi, Mustafa Sabbagh, Alessandra Baldoni, Pio Tarantini, Cosmo Laera e quelle di Roberto Conte (fotografo ufficiale delle installazioni di Edoardo Tresoldi). In collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Singapore, l’EuroCham, la Camera di commercio italiana (ICCS), sono stati organizzati anche progetti a Singapore dove la DZ Engineering, facente parte della Holding, realizza gli impianti di illuminazione e di comunicazione di pista sul circuito di Marina Bay per il Gran Premio di Formula 1. Da ricordare soprattutto la spettacolare installazione fatta di rete metallica e luce, Cube Temple. An ethereal creation of wire mesh in Singapore di Edoardo Tresoldi, uno dei giovani artisti più influenti d’Europa (Forbes, 2017).

E’ stato poi strutturato un programma specifico, “Who’s next”, di valorizzazione della creatività emergente e non, di sostegno della formazione degli studenti delle Accademie di Belle Arti con la realizzazione di mostre e l’acquisizione di opere di artisti emergenti o mid-career come Silvia Bigi, Elena Hamerski, Lucia Bubilda Nanni, Silvia Margaria, Lucrezia Roda, Thomas Scalco, Andrea Mario Bert, Loredana Galante e Massimo Sansavini.

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