GENESI DELL’OPERA 

Made in Italy© Lost Home, (2017)
Lavoro site-specific in cui sono allineate otto brande con sopra, abbandonati su ciascuna, pantaloni provenienti da ogni angolo del mondo, gli stessi indossati dai fanciulli ritratti nel progetto fotografico Made in Italy.

L’ARTISTA 

I pantaloni troppo grandi, l’ultima pelle del migrante, sono abbandonati su brande allineate in cui l’ordine della scena tradisce un vizio di forma, in cui nulla è ciò che sembra. Le brande sono zoppe, il loro equilibrio è precario, la presenza del migrante è suggerita da un’assenza, dalla presenza di un involucro. I pantaloni come segno di una muta larvale, come il resto abbandonato da una mutazione del fanciullo migrato in prodotto identificabile da lotto, pellame e fototipo.

“Tessuto come scampolo, come brandello e come trama, come rete sociale di appartenenza e come volontà di apparenza attraverso un ordito”, dichiara Sabbagh. Quello che l’artista mette in scena in questi spazi, connettendosi a una delle principali vocazioni del Gruppo Dino Zoli — la produzione tessile — è una pièce occidentale in cui la tragedia è invisibile perché ormai, come forma arcaica, non ha più il teatro come luogo, ma il mondo intero.

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