un viaggio attraverso l’arazzo

A cura di Nadia Stefanel

26 ottobre 2024 – 16 marzo 2025


Il telaio è racconto, è poesia, è musica, è aritmetica dei gesti. Il telaio è storia che da secoli racconta il territorio con simboli e colori.

(cit. le tessitrici sarde)

 

Artisti in mostra: Afro, Stefano Arienti, Niki Berlinguer, Eros Bonamini, Alexander Calder, Sonia Delaunay, Maurizio Donzelli, Piero Dorazio, Gianni Dova, Nathalie Du Pasquier, Elena El Asmar, Omar Galliani, Armida Gandini, Fabio Iemmi, Riccardo Licata, Loredana Longo, Antonio Marras, Francesca Muller, Mauro Reggiani, Remo Salvadori, Gino Severini, Studio Pratha, Sissi, Guerrino Tramonti, Luigi Veronesi.

Trame esplorative propone un viaggio attraverso l’evoluzione dell’arazzo contemporaneo in Italia con alcune incursioni europee ed extra europee, dagli anni ‘50 del XX secolo ad oggi, mettendo in evidenza come questo mezzo tessile, tradizionalmente visto come un’arte decorativa, sia diventato una forma espressiva innovativa e plurale, capace di intrecciare storie, culture e tecniche.

L’arazzo, come linguaggio visivo contemporaneo, ci racconta di sperimentazioni e innovazioni tessili, di collaborazioni tra artisti e artigiani, tra tradizione ed esperimenti moderni, in dialogo con movimenti artistici d’avanguardia, come l’astrattismo, e con il design industriale.

Il percorso di mostra intende essere un momento di riflessione su identità e tradizione, un’odissea culturale che celebra la ricchezza e la varietà del fare, riconoscendo la bellezza e il significato di opere che, con il passare del tempo, continuano a raccontare storie e a ispirare nuove generazioni di artisti e appassionati.

Una mostra collettiva

Il percorso di mostra attraverso le arazzerie e gli studi dei singoli artisti, rappresenta un’opportunità unica per comprendere come l’arte e l’artigianato si uniscano in un processo creativo collaborativo, rilanciando un dialogo tra diverse sensibilità artistiche, dando vita a opere che non solo decorano, ma raccontano storie ed evocano emozioni, permettendo ai visitatori di entrare in contatto con la cultura e la vita personale dell’artista.

Nel percorso si potranno apprezzare il valore del lavoro manuale dell’Arazzeria di Esino Lario, che produceva arazzi poco rigidi grazie ad un ordito in filo di canapa molto sottile e alla trama in pura seta, dell’Arazzeria Pennese, con il suo elemento distintivo della tecnica del basso liccio, che prevedeva l’utilizzo di telai di orientamento orizzontale e un diverso procedimento di lavorazione fondato sulla stretta collaborazione con l’artista, o dell’Atelier di Elio Palmisano, che creò una collezione di quasi 320 soggetti, fra arazzi e tappeti, disegnati da artisti e designer di fama internazionale, fino a toccare la Sardegna dei giorni nostri con lo Studio Pratha e le ultime maestre della tradizionale tecnica di tessitura su telaio verticale, che lavorano in modo del tutto manuale e senza alcun ausilio di strumenti meccanici, utilizzando esclusivamente lana di pecora sarda. Si spazierà in Europa dall’Ateliers Pinton alle Fiandre, fino ad India e Afghanistan, fra designer come Nathalie du Pasquier o artisti-stilisti come Antonio Marras, per giungere ad artisti contemporanei come Omar Galliani, Maurizio Donzelli, Stefano Arienti, Loredana Longo e Sissi per citarne alcuni che si sono avvicinati all’arazzo come forma espressiva.

La mostra non poteva che chiudersi con un’opera in collegamento perfetto con le scelte tematiche fatte dalla Fondazione Dino Zoli nel 2024, dalla mostra BODY (S)CUL(P)TURE di Francesca Fini prologo di Ibrida, alla collettiva di artisti italiani e singaporiani Art in Motion: AI Creatives at the Singapore Night, organizzata da Dino Zoli Group a Singapore durante il Grand Premio di Formula 1. In un’epoca in cui tutti si interrogano sul futuro del lavoro in relazione all’intelligenza artificiale, la designer Francesca Muller ha realizzato un arazzo utilizzando l’IA in modo unico per arricchire le conoscenze artigianali. In questo modo, è riuscita a posizionare l’artigianato e la tradizione al primo posto del fare artistico, mentre l’IA è servita solo come stumento. Grazie alla sua affinità tutta italiana per il design e alle sue conoscenze ingegneristiche, l’artista ha unito il modus operandi tessile con il tool, riuscendo a preservare la tradizione del lavoro di tessitura e a traghettarlo nell’era digitale, creando così una miscela armoniosa di fare a mano e innovazione.

Uso di tappeti orientali vintage: Stefano Arienti, Omar Galliani, Armida Gandini, Loredana Longo

I tappeti utilizzati, carichi di storia e tradizione, diventano elementi fondamentali delle loro creazioni artistiche. Ogni opera d’arte si trasforma in un affascinante viaggio visivo e concettuale, dove i tappeti orientali non sono semplici materiali, ma veri e propri protagonisti che si configurano come mappe di esperienze e storie. Questi tessuti pregni di tradizione raccontano il vissuto di culture lontane, evocando ricordi, emozioni e connessioni che trascendono il tempo. Attraverso i colori vivaci e i motivi geometrici intricati, invitano ad esplorare l’intreccio profondo tra passato e presente, scoprendo come la storia e l’arte possano convergere per creare significati nuovi e potenzialmente trasformativi. Ogni pezzo diventa così un portale che permette di riflettere sulle identità culturali, sulle radici e sulle evoluzioni, dando forma a un dialogo continuo tra ciò che è stato e ciò che sarà.

Mostra realizzata

Con il patrocinio di

Comune di Forlì, Regione Emilia-Romagna e Confindustria Romagna

 

con il sostegno di

Dino Zoli Textile

 

Si ringraziano

Archivio Omar Galliani, Reggio Emilia; Archivio Antonio Marras, Milano; Alessandro Casciaro Art Gallery, Bolzano; Galleria FPAC, Palermo; Galleria Moshe Tabibnia, Milano; Galleria Antonio Verolino, Modena; Museo Guerrino Tramonti, Faenza; Archivio Eros Bonamini, Verona; Studio Pratha, Sarule; Studio Francesca Muller, Amsterdam.

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