Dai nuovi materiali alla Recycled Art.
Da Piero Manzoni alle ultime generazioni.
A cura di Nadia Stefanel e Matteo Galbiati
Crediamo fortemente che una mostra come Utopiche seduzioni. Dai nuovi materiali alla Recycled Art. Da Piero Manzoni alle ultime generazioni, benché non possa dirsi completamente esaustiva – nella scelta di autori e opere – rispetto alla complessità delle tematiche sollevate su riflessioni inerenti l’ecologia, l’ecosostenibilità, il riciclo e il riutilizzo, che toccano la nostra quotidianità in modo sempre più stringente, debba essere un suggerimento, un pensiero condiviso e da condividere, una pausa capace di attivare stimoli per andare oltre ogni posizione di stretta ideologia politica, sociale ed etica.
Posizioni che non vogliamo che possano snaturarsi nella retorica. Ecco perché è stato fondamentale ricorrere alla voce dell’Arte, capace di aprirsi a molteplici punti di vista e a definire una moltitudine di prospettive che arricchiscono il dibattito e non lo appiattiscono, lo rafforzano alimentandone una cura.
La scelta che abbiamo voluto proporre si snoda tra autori storicizzati, con carriera avviata e giovani nuove proposte in un percorso di lettura che non è temporale e cronologico, ma dialogico, pensato e voluto proprio per favorire il continuo relazionarsi delle immagini in contaminazione esperienziale tra loro e con lo sguardo dell’osservatore, affinché sia un processo utile per dettare i contorni di una testimonianza che, se possibile, possa passare dagli autori al pubblico aprendo quelle diverse logiche di pensiero.
Le materie e i materiali sono al centro dell’osservazione di tutti questi artisti che – oltrepassando in questa circostanza i confini di correnti ed epoche – individuano nella concretezza sensibile del processo trasformativo un interesse particolare per le specifiche connotazioni (semantiche, fenomenologie, poetiche, estetiche, filosofiche, etc…) delle “sostanze” impiegate. Lo stato fisico dell’opera sembra essere il tramite importante per stimolare diverse considerazioni che si tramutano in narrazioni emotivamente partecipi e che non sono mai imposte dal prevalere prioritario dell’immagine. Così, attraverso le loro specificità qualitative, si definisce uno spaccato importante sui nostri costumi, sul nostro stile di vita che dalla modernità alla contemporaneità sono mutati e hanno mutato, con loro, diverse esigenze e necessità. Le opere si spingono sino ad arrivare a toccare proprio quei punti chiave utili – se non indispensabili – per poter comprendere quei passaggi epocali che, dati generalmente per scontati, assorbiti dalla storia e vissuti da tutti, spesso, sono stati introdotti in anticipo dall’Arte.
È interessante verificare come la sensibilità artistica sia determinante nell’accettare sinceramente nel profondo cambiamenti di pensiero e di rotta che, benché molto variegati, dal Secondo Dopoguerra sino al giorno d’oggi, si riscontrano nell’uso dei materiali che dalla quotidianità si prelevano per poi realizzare le nuove opere. Le nuove materie spezzano – già agli inizi del XX secolo, e dopo gli anni ‘50 – gli equilibri accademici introducendo la disponibilità di sostanze mai utilizzate prima e che ora tutte trovano una validità espressiva nelle diverse ricerche.
Abbiamo pensato che questo passaggio di stato continuo possa essere un accompagnamento intrigante alla panoramica seducente offerta dalla mostra che indirizzi a toccare con gli occhi il carattere di sensibilità che non configgono, ma semplicemente battono i passi di un tempo diverso e coralmente ricco e stimolante.
Plastica, legno, vetro, stoffe, metallo, pietra, resine, terra, cemento, pietra, ghiaccio, acqua, … favoriscono l’indagine di personalità creative estremamente variegate, ma tutte impegnate a considerare il valore della bellezza – perché ogni opera resta “bella” nel suo statuto significante – quale strumento potente che ci aiuta a capire, senza separazioni e divisioni, gerarchie e compromessi, come le cose sono state, come sono e come potranno essere.
Matteo Galbiati e Nadia Stefanel
Con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì e Confindustria Romagna, con il sostegno di Dino Zoli Textile, sponsorizzazione tecnica DZ Engineering , partnership Consorzio Detox di Prato e TerraMedia
Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia ha attivato un tirocinio per gli studenti del corso di Comunicazione Espositiva (prof. Matteo Galbiati), Scuola di Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte, per la realizzazione delle brevi schede critiche dei pannelli introduttivi alle opere.
Si ringraziano:
aA29 Art Project, Milano – Caserta – Lecce; Archivio Fotografico Enrico Cattaneo, Milano; ArteA Gallery, Milano; Dep Art Gallery, Milano; Fondazione Piero Manzoni, Milano; Galleria d’Arte Niccoli, Parma; Gilda Contemporary Art, Milano.
Ringraziamenti particolari a:
Antonio Addamiano, prof. Benedetta Albini, Cristina Gilda Artese, dott.ssa Micaela Bottoni, Monia Candi, Luisella Cattaneo, Alessandro Deponti, Gigliola Foschi, Luigi Frignani, prof. Camilla Gualina, Cristina Guardigli, Gerardo Giurin, ag. Giovanni Lodrini, Valeria Magnoli, Giuliano Manselli, prof. Ilaria Manzoni, Amanda Nicoli, Rosalia Pasqualino di Marineo, Isaco Praxolu, Ester Ranzi, Michela Rosetti, prof. Paolo Sacchini, Davide Sarchioni, prof. Barbara Scaroni, Laura Tonin, prof. Angelo Vigo, Michela Zoli.