E’ QUI. Un percorso di luoghi, persone e arte

Il progetto, prodotto in occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale (2018), promosso dalla Fondazione Dino Zoli di Forlì, dall’Accademia di Belle Arti di Bologna / Corso di Decorazione per l’architettura, dal Museo del Tessuto e della Tappezzeria Vittorio Zironi di Bologna, dall’Istituzione Bologna Musei / Musei Civici d’arte antica,  patrocinato dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Forlì, è sostenuto dalla Dino Zoli Textile di Forlì e dal Progetto Recooper in collaborazione con le cooperative sociali La Fraternità e Arca di Noè di Bologna.

Partendo dal racconto di parole, immagini e suoni dei ragazzi delle cooperative sociali La Fraternità e Arca di Noè, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, del Corso di Decorazione per l’architettura, hanno progettato i pattern tessili delle sedute. Nel progetto di ricerca, dedicato all’abitare, l’archivio dei segni ed il patrimonio orale raccolti durante gli incontri sono stati rielaborati graficamente nelle stampe dalle nuove narrazioni. E’ QUI, la frase stampata su una delle sedute, realizzate con strutture di recupero, rende simbolicamente presente la relazione frutto della mescolanza delle diverse identità, fatta di desideri, emozioni e ricordi che hanno ispirato il progetto.

In un dialogo costante fra arte e design, con un allestimento pensato per la Fondazione Dino Zoli, la mostra propone un suggestivo percorso tra immaginario e memoria che restituisce un nuovo approccio alla collezione di 29 sedute.

Lo spazio della memoria e della relazione.
 
Come rifugi le tre stanze alludono alla possibilità di uno spazio emozionale dove ognuno può abitare le proprie intimità, anche quelle scomode, ripercorrendo lo spazio della memoria. 
Le stanze alludono alla casa intesa come dimensione psichica, luogo di espressione, riparo e alle volte luogo del trauma. Attraverso feritoie le stanze impongono allo spettatore una vista difficile, così come difficile è entrare in relazione con gli altri, anche coloro che ci stanno a fianco e che amiamo.
Le feritoie permettono da fuori l’ascolto e la visione all’interno, consentono di vedere le sedute ed i segni alle pareti dai quali tutta la progettazione è nata. Le stanze come casse di risonanza rimandano alla dimensione del racconto raccolto dagli studenti nelle interviste.
Il luogo di lavoro come seconda casa.
 
90 elementi disseminati in maniera ordinata nello spazio della prima sala restituiscono allo sguardo l’intera palette cromatica delle 29 sedute della collezione in mostra nelle tre stanze e nella sala video.
In filodiffusione, frammenti sonori raccolti nei luoghi di lavoro dei ragazzi delle Cooperative sociali La Fraternità e Arca di Noè di Bologna attraversano lo spazio. 
Il sonoro della prima sala rimanda al lavoro e ai suoi suoni legati al quotidiano consentendo al visitatore una dimensione immersiva, un’esperienza percettiva da vivere attraverso le vibrazioni del colore e del suono.
W3sito

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